Parco archeologico Novi Ark
Il parco archeologico NoviArk rappresenta il punto di incontro fra le esigenze di realizzazione del parcheggio interrato NoviPark e la salvaguardia e valorizzazione dei resti archeologici. La sua realizzazione ha comportato lo smontaggio delle strutture di età romana dal piano originario, posto a 5 metri di profondità, e il loro successivo rimontaggio in superficie. Il tratto di strada romana rinvenuto nello scavo è stato rimontato nel NoviArk per tutta la sua lunghezza (m 118). Sul selciato, largo 5 metri, sono visibili profondi solchi carrai che testimoniano l’intenso traffico di carri in entrata e in uscita dalla città.
Nel NoviArk sono stati rimontati anche i resti di due edifici rurali, un pozzo con imboccatura in pietra, una vasca rettangolare con pavimentazione in ciottoli, forse utilizzata per il lavaggio delle pecore prima della tosatura, e un grande bacino circolare con pareti in mattoni che doveva servire probabilmente per l’allevamento delle carpe, come sembra indicare il ritrovamento nei sedimenti del fondo di piante acquatiche compatibili con questa attività. E non c’è da stupirsi, visto che i Romani consideravano la carne di questo pesce d’acqua dolce una vera e propria prelibatezza. La vegetazione del parco ripropone essenze e arbusti, in particolare il bosso, documentati nell’habitat originario di età romana. In un ambiente del parcheggio interrato sono esposte in una suggestiva ambientazione le anfore recuperate dalle grandi buche di discarica.
Le stele funerarie esposte a fianco della strada in un’ipotetica ricostruzione della necropoli di età imperiale raccontano storie di antichi modenesi, vissuti nel I secolo d.C, quando Mutina, floridissima et splendidissima, era la città più importante dell’area padana. Sull’altro lato della strada è stato ricostruito per l’esposizione uno dei contesti funerari di età tardoantica (IV d.C), epoca di decadenza e progressiva crisi economica dell’impero, durante la quale per fare fronte alla scarsità di materia prima, le stele di età imperiale venivano smontate e riutilizzate come copertura di nuove tombe.