Palazzo Gopcevich
Il palazzo fu progettato dall’architetto triestino Giovanni Berlam su commissione di Spiridione Gopcevich, autorevole esponente di una famiglia serba di antica e nobile stirpe montenegrina.
Appartenente alla comunità serba triestina, la famiglia Gopcevich ebbe, all’interno di tale comunità, una posizione preminente nella seconda metà del Settecento e ancora per tutto il secolo successivo.
Questo palazzo testimonia in maniera inequivocabile il prestigio di Spiridione Gopcevich. Eretto nel cuore del Borgo Teresiano, con fronte sul Canal Grande, proprio al centro dell’area portuale e della vita commerciale della città di allora, il palazzo doveva ospitare l’attività imprenditoriale – con uffici e magazzini – e l’abitazione della famiglia.
Acquistato dal Comune di Trieste nel 1998, il Palazzo è oggi sede del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, che documenta la vita del teatro e della musica a Trieste dal Settecento ai giorni nostri, attraverso costumi e gioielli di scena, manifesti, locandine, fotografie, stampe, medaglie, dipinti, strumenti musicali, oggettistica, fondi archivistici e manoscritti autografi.
Fondato nel 1924 dall’editore musicale e collezionista triestino Carlo Schmidl (1859-1943), ospitato fino al 1991 all’interno del Teatro Comunale “Giuseppe Verdi” e dal 1992 nella sistemazione provvisoria di Palazzo Morpurgo in via Imbriani, il Museo Teatrale è stato inaugurato nella nuova sede di Palazzo Gopcevich il 16 dicembre del 2006.
La duplice anima del Museo (esposizione e centro di documentazione) si riflette nell’articolazione degli spazi all’interno del Palazzo. Il primo piano, con i suoi pavimenti splendidamente intarsiati ed i suoi soffitti riccamente decorati, offre un percorso espositivo dedicato alla storia degli edifici teatrali ed ai protagonisti della musica e dello spettacolo a Trieste lungo un arco di oltre due secoli. Una significativa sezione dell’esposizione è dedicata alla raccolta di strumenti musicali, europei ed extraeuropei, ed alla fedele ricostruzione del laboratorio del liutaio triestino Francesco Zapelli. L’esposizione di strumenti musicali, con particolare attenzione a quelli meccanici, procede al secondo piano del palazzo, dove trovano collocazione anche gli spazi dedicati alla memoria di Giorgio Strehler (di cui il Museo custodisce l’archivio personale) ed i servizi di documentazione e consultazione.
Numerosi sono i cimeli: oggetti appartenuti ad artisti, costumi teatrali e gioielli di scena (tra le più recenti e significative acquisizioni figurano i costumi appartenuti al grande mezzosoprano triestino Fedora Barbieri), pupazzi, marionette e burattini. Alla collezione di dipinti (prevalentemente ritratti di attori e musicisti) si affiancano stampe riguardanti artisti e luoghi teatrali, nonché un medagliere costituito da circa un migliaio di pezzi e il fondo di bozzetti e figurini per opere, operette e spettacoli di prosa nei teatri triestini.